lunedì 15 marzo 2010

Giovanni Coffarelli



GIOVANNI COFFARELLI: Un "antropologo nativo"

Giovedì 18 marzo 2010, ore 17 Sala delle Adunanze, Palazzo Manzoni

Giovanni Coffarelli e il suo gruppo "La Paranza" costituiscono un esempio concreto di patrimonio culturale vivente. A Coffarelli è riconosciuto il rigore artistico, la forza critica di una attenzione consapevole al rapporto fra i canti e il lavoro, il rifuto di facili mercificazioni folklorizzanti, l'amore per la didattica laboratoriale "scuola per scuola", con i giovani e i bambini delle scuole elementari e medie e con i loro insegnanti.
L'incontro organizzato dal Dottorato Internazionale in Antropologia ed Etnologia e la Fonoteca regionale "O. Trotta" sarà coordinato da Giovanni Pizza e Giancarlo Palombini.


E' sanguigno, come la terra che l'ha partorito. E di quella terra porta gli odori, i sapori, i sentimenti più schietti. Il suo linguaggio è scarno, talvolta sofferto e contorto, ma è un linguaggio che affonda diritto nei concetti che vuole esprimere. Il suo aspetto è massiccio; la sua voce è intensa, o che intoni un canto a figliola o che intoni un canto di ringraziamento.
Giovanni canta, poi si intrattiene sul significato del canto, poi presenta e spiega gli strumenti musicali (doppio flauto, scetavaiasse, putipù, tammorra), poi si avventura - simpatico vezzo - in analisi di costume. Da autodidatta conosce cunti e cuntarielli, storie dì munacielli e mbriane; sicuramente i suoi sogni sono affollati dalle apparizioni degli animali a più teste, degli alberi che si attorcigliano, delle sorgenti de' Gavete (località del Monte Somma), di Aniello e Anella, di matrigne, giardini del re, serve e pecurielli. Conversa arricchendo la conversazione con paraustielli (discorsi pretestuosi) e con immagini di un colore e di un'immediatezza unici.